La dipendenza spesso fa paura, ma…

Il quadro generale: luoghi comuni e nuove prospettive

Quando pensiamo al concetto di dipendenza/indipendenza dagli altri, generalmente dobbiamo confrontarci con il seguente luogo comune: “è bene essere indipendenti in ogni ambito della vita”; oppure “la dipendenza dagli altri è da evitare o qualcosa di cui vergognarsi”. Spesso il concetto di dipendenza viene associato a una fase infantile o immatura della vita o, se ci si riferisce agli adulti, a una sorta di debolezza o mancanza personale.

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Proviamo a trascendere l’ovvietà di queste affermazioni e a guardare la dipendenza da un altro punto di vista.
George Kelly, nella sua Teoria dei Costrutti Personali (TCP), riportava:

“È luogo comune sostenere che un bambino sia “dipendente” mentre l’adulto sia “indipendente”. Ma questo è fuorviante. Sicuramente il bambino non si può prendere cura di se stesso, ma questo neanche l’adulto può farlo. Egli appare poter fare affidamento su se stesso solo perché spesso è più capace di distribuire le sue dipendenze in maniera più appropriata alle potenziali risorse. Ma quanti adulti potrebbero sopravvivere con ciò che è sufficiente a un bambino? La capacità di amare e la semplicità delle sue richieste lo mettono in una posizione più sicura. Egli inoltre è più libero di esprimersi, di pensare in maniera autonoma e di fare ricorso ai suoi giochi immaginativi per esplorare il mondo. Non ha il potere che hanno i suoi genitori, ma spesso è più indipendente.”

In Maher, B. (Ed.), Clinical Psychology and personality: The selected papers of George A. Kelly (pp. 189-206). New York: Wiley, 1969

Cos’è la dipendenza?

Per la TCP, cos’è allora la dipendenza? Semplificando, è l’associazione di un bisogno d’importanza vitale per la sopravvivenza fisica o psicologica della persona alla risorsa (persona o cosa) che lo soddisfa.

Noi abbiamo molti bisogni e le persone non sono tra loro ugualmente in grado di soddisfare tutte le nostre esigenze, quindi è possibile che si crei una discrepanza fra i bisogni e la loro soddisfazione e si evidenzi quindi un problema per quanto riguarda la nostra dipendenza, ma l’indipendenza non sembra esserne la soluzione, perché una forte indipendenza dagli altri significa rivolgere solo su se stessi la speranza di poter soddisfare tutti i propri bisogni, ma spesso tale operazione risulta comunque deludente perché ci si può sentire molto soli o molto affaticati.

Dipendenza e benessere

Più utilità, invece, sembra avere la distribuzione delle proprie dipendenze su più risorse possibili: in tal modo, il rischio di vedere non soddisfatti i propri bisogni diminuisce e le relazioni possono essere più soddisfacenti e meno vincolanti.

È ciò che accade al bambino quando inizia a inserire nel suo mondo altre figure significative oltre ai genitori, in un ambiente di crescita che quindi favorisca con gioia tali esperienze. O ciò che accade nelle relazioni sentimentali adulte e ben equilibrate, nelle quali il partner non dovrebbe rappresentare l’unico punto di riferimento del proprio mondo, pena il sovraccaricare e logorare la relazione sentimentale stessa.

Vista in questi termini, la dipendenza non è più qualcosa da cui fuggire, ma un’area di grande esplorazione ed elaborazione personale. Tutta un’altra storia!

Dott.ssa Monia Giannecchini Psicologa – Psicoterapeuta